Cornice
Il telaio è realizzato in legno di alta qualità, che garantisce durata e qualità premium. Con una larghezza di 5 cm e uno spessore di 3 cm, fornisce una cornice robusta ma elegante per quadri di varie dimensioni. Una cornice classica con una ricca tonalità dorata, progettata per completare opere d'arte di vari periodi, dal Rinascimento al Barocco, e persino l'arte classica del XIX secolo. I suoi dettagli squisiti e il colore tradizionale lo rendono una scelta ideale per ritratti classici, paesaggi e nature morte dai toni caldi, esaltando il valore storico ed estetico di tali opere d'arte.
Il Figlio Prodigal (il figliol prodigo) è un dipinto dell'artista italiano Giorgio de Chirico. È dipinto in tempera su tela ed è stato completato nel 1922 come de Chirico era in transizione dallo stile metafisico delle sue opere precedenti al neoclassicismo che ha saggiato negli anni '20.Il Figlio Prodigal è stato un tema preferito di de Chirico, sia per le molte sfumature di significato che il soggetto offre, così come per i riferimenti autobiografici l'artista attribuito al tema. Nel 1917, nel mezzo dell'alta stagione di sviluppo della pittura metafisica, un disegno dell'abbraccio tra due manichini evoca la prima riflessione di de Chirico sul tema. Il tema è stato ulteriormente elaborato all'inizio degli anni '20, quando l'artista ha iniziato a riferirsi a se stesso come "Pictor classicus" e stava conducendo la ricerca nelle tecniche di pittura tradizionali facendo copie dei dipinti di Grande Maestro nei musei. Scoprì l'emulsione della tempera dell'olio, che credeva fosse la procedura con la quale i grandi maestri della rinascita raggiunsero i loro capolavori, e lavorò esclusivamente nella tecnica dal 1920 al 1924. Due dipinti sul tema del Figlio Prodigal sono stati eseguiti in emulsione tempera olio nel 1922 e 1924, ognuno dei quali presenta caratteristiche diverse e interessanti. La riapparizione del manichino, che aveva fatto il suo debutto a Parigi ed è stata ulteriormente sviluppata a Ferrara, è comune a entrambe le opere. L’abbraccio tra il figlio manichino e il padre statua allude sia alla “rapprovazione” dell’artista al Museo, sia al ritorno alla sua ispirazione metafisica.Nel 1975, durante il periodo conosciuto come Neometafisica, de Chirico rivisitò il tema in questo dipinto, basando la sua composizione sul prototipo del disegno del 1917. Oltre all'architettura rinascimentale e allo stesso orizzonte alto, troviamo anche il monumento equestre sul retro e la colonna su una base in prima linea, due elementi che non appaiono nei dipinti del 1922 e del 1924. (S.V.)